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Studio di Psicologia e Psicoterapia
 
Anoressia e Bulimia
anoressia
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Spesso si parla di anoressia e bulimia per descrivere i comportamenti alimentari di alcune persone che sembrano avere un rapporto problematico con il cibo.

A volte questi termini vengono utilizzati in maniera impropria ed importante comprendere quando si può parlare realmente di Disturbi Alimentari.

Si può supporre la presenza di una problematica reale legata all'alimentazione quando si nota nella persona un rapporto distorto con il cibo che si differenzia nettamente dallo stile alimentare comune alla maggior parte delle persone, come, ad esempio, una selezione eccessiva rispetto ai cibi da mangiare o meno, o quantità di cibo assunte molto maggiori od inferiori rispetto alla media.

Altro elemento da osservare è la presenza di un'eccessiva preoccupazione per la forma del proprio corpo, che viene sempre visto come eccessivamente grasso, o all'opposto, un totale disinteresse per il proprio benessere fisico, come nel caso delle forti obesità.

L'autostima delle persone che soffrono di anoressia e bulimia, inoltre, è fortemente legata al proprio peso tanto che si può osservare un avere propria crisi di identità di tipo depressivo nei momenti in cui il peso aumenta di qualche chilo.

I disturbi alimentari più frequenti sono l’Anoressia e la Bulimia a cui, negli ultimi anni si è aggiunto anche il Disturbo da Alimentazione Incontrollata. L'Anoressia si caratterizza per i seguenti elementi:

  • eccessiva riduzione delle calorie rispetto alle necessità;

  • peso corporeo significativamente inferiore al peso forma legato ad età, sesso e salute fisica;

  • paura intensa e costante di aumentare di peso o di diventare grassi;

  • alterazione nella percezione del proprio corpo, che viene costantemente vissuto come eccessivamente grasso;

  • mancanza di consapevolezza rispetto al proprio problema alimentare.

Si può parlare di Bulimia quando sono presenti le seguenti caratteristiche:

  • ricorrenti abbuffate: mangiare una quantitv di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo con una sensazione di perdita del controllo;

  • ricorrenti comportamenti inappropriati messi in atto per compensare l'eccessiva assunzione di cibo (vomito autoindotto, abuso di lassativi, digiuno…).

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata:

  • ricorrenti abbuffate legate ad un forte senso di imbarazzo;

  • aumento costante di peso;

  • assenza di comportamenti compensatori.

I Disturbi Alimentari sono un fenomeno complesso, che colpisce la salute delle persone sia da un punto di vista fisico che psicologico.

Se si pensa di avere un disturbo legato al cibo, o se si sospetta che qualcuno che conosciamo manifesti uno di questi disturbi, è importante affidarsi ad un'equipe di professionisti specialisti di questa problematica.

All'interno dell'equipe è essenziale la presenza di uno psicologo per aiutare a comprendere le motivazioni profonde che hanno portato allo sviluppo di un disturbo legato al cibo.

Il cibo, infatti, non è solo ciò che ci nutre da un punto di vista fisico ma è nutrimento dell’anima, un elemento altamente simbolico che rimanda ad esperienze relazionali profonde, prime fra tutte quelle con i propri familiari.




Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2014). DSM-V, Milano, Raffaello Cortina Editore.

  • Riva Elena (2009). Adolescenza e anoressia. corpo, genere, soggetto, Raffaello Cortina Editore.

  • Selvini Palazzoli, et al. (1998). Ragazze anoressiche e bulimiche. La terapia familiare, Milano, Raffaello Cortina Editore.

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