Il disturbo bipolare e i disturbi correlati, considerati disturbi dell’umore, risultano invalidanti e causano spesso difficoltà sul piano sociale, lavorativo ed emotivo di chi ne è affetto.
Il disturbo bipolare si caratterizza per l’alternanza di episodi depressivi maggiori ed episodi maniacali (bipolare I) o ipomaniacali (bipolare II).
Metaforicamente si può descrivere questo disturbo come una corsa sulle montagne russe poiché l’alternanza delle fasi è del tutto imprevedibile: l’esordio può avvenire indifferentemente con un episodio depressivo o maniacale, possono esserci più episodi di una polarità, si può passare in maniera repentina da un episodio ad un altro o, all’opposto, si può assistere ad un lungo periodo di benessere tra una fase e un’altra.
Secondo il DSM 5 per la diagnosi di disturbo bipolare I è aver esperito almeno una volta nell’arco di vita un episodio maniacale, caratterizzato dai seguenti criteri:
- Un periodo di umore elevato, aumento anomalo e persistente dell’attività o dell’energia per almeno una settimana e presente per la maggior parte del giorno
- Durante il periodo tre o più dei seguenti sintomi:
- Autostima ipertrofica o grandiosità
- Diminuito bisogno di sonno
- Maggiore loquacità
- Fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
- Distraibilità
- Aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale) o agitazione psicomotoria
- Eccessivo coinvolgimento in attività che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose
- L’alterazione dell’umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo o da richiedere l’ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche
- L’episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o un’altra condizione medica
L’episodio maniacale e quello ipomaniacale si differenziano poiché nel secondo il periodo di umore elevato, l’aumento anomalo e persistente dell’attività o dell’energia è più breve (4 giorni consecutivi) e l’episodio è meno grave per cui non causa una marcata compromissione socio lavorativa o un’ospedalizzazione.
Come accennato in questi disturbi i momenti di elevazione del tono dell’umore si alternano a episodi depressivi che risultano pesanti e invalidanti, che possono durare a lungo.
L’episodio depressivo è caratterizzato:
- Dalla presenza per almeno due settimane di cinque (o più) dei seguenti sintomi:
- Umore depresso per la maggior parte del giorno
- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività
- Significativa perdita di peso non dovuta a dieta o aumento di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito
- Insonnia o ipersonnia
- Agitazione o rallentamento psicomotori
- Faticabilità o mancanza di energia
- Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
- Ridotta capacità di pensare o concentrarsi
- Pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicidaria
- I sintomi causano un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti
- L’episodio non è attribuibile agli effetti di una sostanza o di un’altra condizione medica
Il disturbo bipolare è presente tra lo 0,5 – 2% della popolazione generale, solitamente è più frequente il disturbo bipolare I ed è ugualmente presente tra gli uomini e le donne.
Tra questi disturbi vi è anche il disturbo ciclotimico, caratterizzato da manifestazioni depressive minori e alternate a fasi maniacali o ipomaniacali, entrambe di breve durata.
Solitamente il paziente tende a richiedere aiuto durante le fasi depressive poiché nelle fasi maniacali vi è scarsa, o del tutto assente, consapevolezza di malattia.
Per il trattamento di questi disturbi è fondamentale intervenire sia a livello farmacologico che a livello psicoterapeutico. In queste situazioni il clinico sostiene il paziente nel prevenire le ricadute, lavorando in un clima di accurata empatia per aumentare i livelli di consapevolezza della malattia e l’aderenza al trattamento farmacologico.
I pazienti possono provare rimorso per i danni causati durante la mania e quindi, insieme al terapeuta, ci si concentrerà sull’integrazione degli aspetti positivi e quelli aggressivi del Sé, sul miglioramento del funzionamento familiare e sull’elaborazione dell’impatto della malattia per il soggetto stesso e per i suoi cari.
Infine, è fondamentale considerare come gli interventi psicologici in momenti di forte stress possano essere cruciali per prevenire le ricadute.
Dott.ssa Cristina Nobili
Psicologa Psicoterapeuta
Roma e online
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Bibliografia
- American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. DSM – 5. Raffello Cortina Editore.
- Gabbard Glen O. (2007). Psichiatria Psicodinamica. Raffaello Cortina Editore.
- Lingiardi V. (2004). La personalità e i suoi disturbi: lezioni di psicopatologia dinamica. Il Saggiatore.
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