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Studio di Psicologia e Psicoterapia
 
Il Mutismo Selettivo
mutismo
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Non parla perché non vuol parlare.
Ci ha rinunziato.
Eh sono tanti anni. Dice che parlare è inutile. Che
Siccome l’umanità è sorda, lui può essere muto”.
E. De Filippo "Le voci di dentro"


La cultura corrente enfatizza il mutismo come scelta o al massimo come conseguenza di un evento traumatico.

L’assenza di una corretta informazione crea confusione sull’argomento.

Vediamo nello specifico quali sono i criteri diagnostici:

  • Costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche in cui ci si aspetta che si parli (per es. a scuola) nonostante si sia in grado di parlare in altre situazioni.

  • La condizione interferisce con i risultati scolastici, lavorativi o con la comunicazione sociale.

  • La durata della condizione è di almeno 1 mese (non limitato al primo mese di scuola).

  • L’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce, o non si è a proprio agio con il tipo di linguaggio richiesto dalla situazione sociale.

  • La condizione non è meglio spiegata da un disturbo della comunicazione (per es. disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia) e n on si manifesta esclusivamente durante il decorso di disturbi dello spettro dell’autismo, schizofrenia o altri disturbi psicotici.

I bambini con Mutismo selettivo:

  • Non danno inizio a discorsi nelle interazioni sociali.

  • Non rispondono quando altri parlano a loro.

  • Possono manifestare mutismo nell’interazione sia con bambini che con adulti.

  • Generalmente parlano con i familiari stretti.

  • Possono presentare mutismo anche nell’interazione con parenti non conviventi (nonni, zii, cugini ecc.) e amici stretti.

  • Il disturbo è spesso contrassegnato da un’elevata ansia sociale.

  • La difficoltà di parlare a scuola può portare a compromissione educativa o scolastica (anche per la difficoltà di valutare gli apprendimenti).

I bambini con Mutismo selettivo possono essere comunque disposti o desiderosi di partecipare o impegnarsi in incontri sociali quando non è richiesto il linguaggio, come in ruoli non verbali nelle recite scolastiche.

Talvolta possono utilizzare, nella comunicazione sociale, strumenti non verbali come lo scrivere, l’indicare o emettere suoni inarticolati.

L’insorgenza del disturbo è in media tra i 2 anni e mezzo e i 4 anni, la diagnosi mediamente viene effettuata con la scolarizzazione.

La persistenza del disturbo è molto variabile, può arrivare fino all’età adulta ed evolversi in un altro disturbo tipo la fobia sociale.

Per questo è consigliabile consultare un professionista che ne possa valutare lo stato e indicarne il percorso migliore.

Abbiamo visto quali sono i criteri diagnostici e quali i comportamenti prevalenti ma le cause?

Tra le cause possiamo rilevare una predisposizione all’ansia e una soglia bassa di innesco del freezing specificamente per la fonazione.

In caso di innesco del freezing, la prima funzione a bloccarsi sarebbe proprio la fonazione, e conseguentemente anche l’ultima a sbloccarsi in caso di disinnesco.

Ma cosa è il Freezing?

Immaginate di essere un piccolo mammifero ad esempio un cane della prateria.

Uscite dalla tana e andate in cerca del pranzo: cominciate ad esplorare i dintorni e all’improvviso avvistate una lince rossa, vostra ben nota nemica…

V immobilizzate del tutto, usate il regalo che vi ha fatto l’evoluzione seenza dover soppesare la vostra decisione. capita e basta.

Questa e’ una reazione di difesa molto arcaica, che condividiamo con la maggior parte dei vertebrati, ed e’ associata agli stati emotivi di paura /ansia.

Blanchard e Blanchard hanno suggerito che la risposta di freezing è particolarmente associata a situazioni che coinvolgono potenziali minacce o poco conosciute, senza informazioni chiare circa il modo migliore di agire, ad es. da che parte scappare.

La paura dell’estraneo e l’ansia da separazione segnano dei passaggi fisiologici nello sviluppo del bambino tra la fine della prima infanzia e la fine della seconda.

Paure che il bambino deve imparare a governare per avere nello stesso tempo, da un lato, la protezione e la difesa richiesta da tali risposte emotive, allertandosi in caso di pericolo e, dall’altro, la possibilità di affrontare, comunque, le normali aspettative socio-ambientali che per quell’età, in una società come la nostra, prevedono contatti anche con persone esterne alla famiglia sempre più frequenti.

La reazione avversa associata all’estraneo, attraverso il meccanismo di freezing può indurre inibizione e mutismo.


Dott. Rossella Rossi
Psicologa

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Bibliografia

  • Blanchard e Blanchard (1989)

  • Lesser-Katz (1986, 1988)


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